Perché Crediamo?

 


Con il verbo credere, non voglio riferirmi esclusivamente ad un aspetto religioso. Vorrei provare a capire la nostra tendenza a credere in qualcosa che va al di là del materiale. Che sia esso un Dio, una spiritualità, o più meramente credere in se stessi.

Perché l'uomo, fin dalle origini ha creduto sempre in qualcosa? 

La neurologia può darci qualche spiegazione a questa nostra attitudine.


1)  Connessione tra due eventi 

Per una conseguenza evolutiva, nel nostro cervello è particolarmente sviluppato il concetto di connessione tra gli eventi. 
Davanti ad un evento A, ed un evento B, separati tra loro da un breve lasso di tempo, sono per il nostro cervello uno conseguenza l'uno dell'altro. 
Questo modo di agire ha permesso ad esempio all'uomo primitivo, di comprendere che il legno brucia con il fuoco, e che a sua volta il fuoco viene spento dall'acqua. 
Se non ci fosse questa abilità di connettere due eventi, di leggere relazioni tra loro, non ci saremmo sviluppati così tanto. Qualsiasi altro animale, riesce a comprendere che deve stare lontano dal fuoco grazie all'eccessivo calore che prova avvicinandosi, ma non comprende che l'acqua spegne il fuoco, nonostante abbia assistito al fuoco che si spegne sotto la pioggia. Per lui sono eventi sconnessi, separati. L'uomo ha quello strumento in più per legare due eventi. 

Ma se l'uomo si trovasse davanti ad un evento che non è in grado di leggere come conseguenza di altro, cosa fa? 
Molto probabile che l'uomo vedendo un evento B, e non trovando un evento A, possa lui stesso costruirsi un evento A per giustificare il B.

Su questa falsa riga, se ci pensiamo bene, anche una domanda per bambini potrebbe metterci in difficoltà:
"è nato prima l'uovo o la gallina? "




2) Animosità 

Milioni di anni fa, distinguere un corpo animato da uno non animato, faceva la differenza tra la vita e la morte.
Non c'era pericolo nel sostare davanti ad un masso roccioso,  lo era farlo davanti ad predatore. Sviluppare la capacità di percepire animosità, diventava quindi prerogativa per la sopravvivenza.
Il nostro cervello ha sviluppato in maniera particolarmente accentuata la distinzione tra corpo animato e corpo rigido. La conseguenza di questo sviluppo è che ora, siamo diventati bravissimi (forse troppo...)  a scindere il corpo, dall'animo.
Se ci pensiamo bene, è difficile percepire il nostro corpo come un corpo. Probabilmente lo vediamo come uno strumento al nostro servizio.
Esempio: io ho un cervello che mi serve per pensare, ma io sto pensando perché ho il cervello. Io sono il mio cervello. Però per tutti noi, Io sono una cosa e il mio cervello è un altra.  
E questa distinzione netta che faccio tra corpo e anima, facilità le credenze.

Un'altra conseguenza della nostra esaltazione dell'animo è il concetto dell'Essenzialismo Psicologico.
Perché siamo disposti a spendere molto denaro per avere un oggetto appartenuto ad un personaggio famoso?
Perché nessuno di noi indosserebbe le scarpe che sono state appartenute ad un terribile serial killer?
In fin dei conti sono semplici oggetti, senza animo.
Però, siamo portati a credere che in quegli oggetti sia impregnato lo spirito del precedente possessore, e questo ci fa perdere la loro visione esclusivamente oggettivistica.


3) Reciproca Concessione 

Lo abbiamo visto spesso nei film. C'è una situazione disperata, il protagonista in una sorta di preghiera chiede di essere salvato, e promette che qualora succedesse si comporterà in maniera diversa. 
Più semplicemente, possiamo vedere un bambino che esprime un desiderio e che istintivamente dice: "qualora il desiderio si avverasse, prometto che sarò più buono". 

Dunque, abbiamo due esempi in cui per chiedere qualcosa, proponiamo di offrire altro in cambio. Questo atteggiamento è tipico dell'uomo, e prende il nome di Reciproca Concessione
L'uomo è un animale sociale, sopravvive in gruppo. L'essenza del gruppo è l'aiuto reciproco.
Io do qualcosa a te, in cambio tu dai qualcosa a me. Una regola di sopravvivenza oramai neurologicamente assunta.
La conseguenza è che siamo propensi a credere in qualcosa, credendo e quindi  tenendo un certo atteggiamento, inconsciamente speriamo di ottenere altro in cambio. 



È proprio il caso di dirlo: siamo nati per credere.




Cristian Silvestri   Psicologia Self Service 






riferimenti: Giorgio Vallortigara










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