Che cos'è Psicologia Self Service?







Se ti sei imbattuto in questa pagina, probabilmente ti starai chiedendo cosa sia Psicologia Self Service.


Psicologia self service è un blog, una raccolta di articoli connessi alla psicologia e al benessere psicofisico, con una visione "insolita" su tali argomenti.


Una psicologia fai da te, titolo quasi provocatorio, con l'obiettivo di semplificare l'approccio ad una disciplina che oggi viene considerata troppo complessa da molti.

C'è da fare una premessa importantissima: se si ha un malessere psichico importante, che magari sfocia in attacchi di panico, depressione e altri disturbi severi, esistono solo tre figure da poter contattare:   Medico generico, Psichiatra e Psicoterapeuta. Questo trinomio è l'unica cura applicabile. Diffida in questi casi da qualsiasi alternativa, siano esse life coach, motivatori vari, consulenti ecc. Questa stessa pagina non può esserti utile. 

Per fortuna però, la platea che si approccia alla psicologia è in gran parte composta da persone prive di disturbi rilevanti, vogliose solo di essere accompagnate nell'affrontare problemi subentrati nelle loro vite. 
Magari è un problema di coppia, una difficoltà sul lavoro, un desiderio di cambiamento. Molteplici possono essere le cause per cui decidiamo di chiedere aiuto. 

Possiamo domandarci dunque, se questo aiuto debba necessariamente essere trovato all'esterno, o se magari possiamo imparare a comprenderci e trovare dentro di noi quella spinta che cerchiamo. 

Non possiamo negare che oggi la terapia sia un business. Incontri settimanali che durano anni, dietro ad un tariffario particolarmente oneroso.


In questi incontri terapeutici nessuno ci insegna a comprendere la nostra psicologia. Tutto è orientato esclusivamente verso l'esterno, viene venduto il concetto nel quale solo un esperto al di fuori di noi stessi, possa leggere i nostri segnali interiori. Così facendo si viene a creare una vera e propria dipendenza dal rapporto terapeutico, e rinunciamo completamente all'imparare ad ascoltarci. Pertanto si decreta la fine del rapporto autentico con noi stessi.

In qualsiasi studio terapeutico possiamo trovare pareti ricoperte da attestazioni varie: Lauree, Master, riconoscimenti.  Il tutto per costruire un'immagine autoritaria, come per dire: " Io ho studiato e quindi puoi affidarti a me, tu non hai studiato e non puoi affidarti a te stesso".

In realtà, nessun giovane psicologo al termine dei suoi studi, considera il suo percorso accademico sufficiente per poter servire in maniera efficace un paziente.  
Pochi psicologi affermati, ritengono che le loro conoscenze li abbia aiutati ad avere una vita felice.
Molti, soprattutto i più giovani, dichiarano di avere a loro volta disturbi d'ansia ( quella che in teoria dovrebbero curare ai pazienti), e in alcuni casi loro stessi vanno in terapia.

Opinabile dunque, la visione del terapeuta come unica fonte di salvezza dai nostri problemi. Soprattutto quando questa è estremamente orientata al passato. Si vede spesso vendere in maniera smisurata, il concetto per il quale la causa dei nostri problemi risalga ad eventi remoti: infanzia, comportamento dei nostri genitori, rivalità con i nostri fratelli ecc. Con la conseguenza che bisogna per forza affidarsi ad un esperto esterno a noi, per poter tornare nel passato e risolvere conflitti che in teoria influiscono ancora sul nostro presente. 
Ma nella pratica, quante volte è veramente accaduto che i nostri problemi attuali siano stati risolti tornando indietro nel tempo? 

Profondamente convinto che il passato sia in parte anche il nostro presente, contraddico l'idea di appioppare ad ogni problema attuale una causa passata. 
Pensare che quello che non va bene oggi, dipenda esclusivamente da quello che ho vissuto venti anni fa, può anche essere un modo per svincolarsi dalla propria responsabilità di poter cambiare le cose. 


Psicologia Self service crede fortemente nella semplicità.

Una psicologia facile, senza filtri. Qualsiasi concetto può essere espresso in termini comprensibili da tutti, senza necessità di dover usare il vocabolario ogni due per tre. 

Questo blog vuole mettere a disposizione di chiunque, strumenti semplici per comprendersi dall'interno.

Con questo non voglio dire che possiamo sostituire completamente la terapia classica con l'autoaiuto, ma sono persuaso dall'idea che nessuno esterno a noi, possa conoscerci così bene da poterci comprendere a pieno. Tutto sommato passiamo la nostra intera esistenza con noi stessi. 

Con l'augurio che ogni post possa regalare un passo in più verso l'autocomprensione. 

Buona lettura



Cristian Silvestri PSICOLOGIA SELF SERVICE 




                                     













 









Commenti

Anonimo ha detto…
Ciao, sono una ragazza di 24 anni, che non è mai stata fidanzata. Mi reputo carina, curata, sono sportiva, ho mille interessi e amiche e il mio problema è la timidezza con i ragazzi! Cioè io davvero sono un blocco di ghiaccio quando esco con qualcuno, risulto sempre fredda, distante, forzata, a disagio...in trappola quasi!...sono arrivata a pensare che forse mi sto obbligando, cioè che magari manco mi piacciono i ragazzi e sento solo la pressione sociale di uscire con qualcuno. Forse non so davvero chi sono e cosa mi piace, ecco perchè poi mi trovo in imbarazzo ad uscirci. Sono in psicoterapia da un anno ormai, ma ne sono usciti solo discorsi teorici per carità super affascinanti, nulla di pratico. Il mio psicanalista dice che "potrei avere paura degli uomini", in realtà io non ne sono così sicura, cioè, a me sembra che drammatizzi la mia condizione piuttosto che aiutarmi. Sono asessuata? O solo insicura? Come posso sbloccarmi? da un po' mi sento con un ragazzo, ex amico di infanzia, persona super interessante e ho paura di nuovo di rovinare tutto.. Forse dovrei solo non pensarci, vivere le cose con più leggerezza...grazie per avermi letto
Cristian Silvestri ha detto…
Ciao, a priori di come tu risulti, (risulto sempre fredda, distante, forzata, a disagio..) è importante chiedersi come ti senti tu dentro. Timidezza significa paura di non essere compresi. Pensi che quei ragazzi con cui sei uscita, non erano in grado di comprenderti? Erano i ragazzi giusti? Di solito anche le persone estremamente timide, magari sono timide con tutti tranne che con alcuni, di solito questi "alcuni" sono i familiari, gli amici più stretti, ed un fidanzato. Se sei timida anche con un possibile fidanzato, forse non era il ragazzo giusto?
Hai dubbi sul tuo orientamento? Beh, prova a contemplare anche questa possibilità, senza essere prevenuta, e prova a sentire se dovessi percepire un certo tipo di attrazione per qualche donna. Anche se, a 24 anni, secondo me ti sarebbe già successo, in ogni caso prova a percepirti un po' di più.
Leggerezza? Sì, assolutamente sì. Pensare di avere un problema, ti renderà solo più rigida in certe situazioni. Trovare le persone giuste a noi, non è facile. Approcciati con leggerezza.
Cristian Silvestri
Anonimo ha detto…
Ho 19 anni e soffro di attacchi di panico e ansia da 6 mesi.
Ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Premetto che non mi sono mai fatta sottovalutare questa cosa, nel senso che ho provato a fare la mia vita in modo normale,(evitando solo i luoghi più affollati e magari andare in discoteca).Gli attacchi di panico non mi venivano da ben 5 mesi, ma tutti i giorni costantemente vivo nell'ansia, la sento tutti i giorni e sento un senso di vuoto indescrivibile, un mondo di non appartenenza ecco, sento tutto è vero tutto diverso da prima che arrivasse tutto ciò ripeto non mi sono mai abbattuta ho sempre cercato di trovare la forza e sorridere.(Con le persone che amo sempre al mio fianco)
In questo mese c'è stato un evento che è stato un po' particolare così ho deciso di andare a passare qualche giorno fuori per svagare un po',ma appena scesa dal treno e vista così tanta gente sono andata nel panico più assurdo, ho avuto ben 2 attacchi di panico e un'ansia fortissima ,un dolore al petto, un senso di soffocamento ,un senso di nausea, dei mancamenti come se da un momento all'altro stessi per svenire e ho avuto tanta tanta paura, forse anche perché era un posto nuovo è molto caotico.
Da 3 giorni ho avuto dolori al petto e in quel momento dell'attacco ho pensato fosse il cuore, dato che quando stavo a casa stavo tranquilla, non ho avuto attacchi da tanto ma avevo un senso di svenimento che passava però quasi subito.
Ora ho deciso di andare qualche giorno dal mio fidanzato per svagare un po' ( da lui ci sono stata anche nei momenti d'ansia) e fortunatamente è andata tutto bene.
Ho bisogno di qualche consiglio, premetto che nel mio caso ho scelto di non prendere farmaci perché non mi va e inizialmente ho pensato non fossero necessari.
Io magari qualcosina di leggero che mi facesse stare calma, tranquilla essere la stessa di prima, magari qualche integratore ,qualcosa di naturale lo prenderei.
Soffro tanto per questa situazione, vorrei uscirne il prima possibile.
Aspetto risposte. Grazie
Cristian Silvestri ha detto…
Ciao,
intanto vorrei dirti che non c'è niente di male nel prendere farmaci per gestire queste situazioni. Magari può sembrare che il farmaco, essendo "chimico", può farci male, ma in realtà sono ottimi alleati per combattere l'ansia e non danno particolari effetti collaterali. Ovviamente presi dietro supporto e dosaggio di un medico...
Esistono anche diversi integratori di valeriana e passiflora, completamente naturali, ma non so quanto possano essere utili se gli attacchi di panico sono severi...
L'attacco di panico che cosa è? E' un modo che il nostro corpo usa per dirci: " hey, c'è qualcosa che non va nella nostra vita, e non riesco ad andare avanti..." Dunque, la psicoterapia, diventa uno strumento importante, perché ti può aiutare a capire cosa non va e come cambiarlo...
Nel momento in cui realizzi che l'attacco di panico, non è il momento della tua morte, ma solo un momento di intenso dialogo tra te e il tuo corpo, tu, potrai imparare a parlare con lui... Quando arriva, incominci a respirare profondamente, riempi il diaframma di aria, e poi la butti fuori. E nel frattempo, ti concentri che sta andando tutto bene, è solo il corpo che vuole parlare con te.. ma non stai morendo, anzi sei molto viva...
Anonimo ha detto…
Non so se sto cercando un consiglio o se voglio solo sfogarmi... ho 26 anni, frequento l'università e attualmente sono in erasmus.
Da sempre ho fatto quello che volevano i miei genitori, cercando di compiacere loro e tutti quelli che si aspettavano qualcosa da me. L'università è stata scelta in base alle loro aspettative e volontà, con il risultato che ora faccio un corso di laurea difficilissimo che non va per niente bene. Sebbene ho iniziato con le migliori intenzioni e motivatissima, prima la malattia di mia madre e poi una serie di professori che andrebbero licenziati all'istante (parere di tutti gli studenti, non solo il mio), mi hanno fatto rallentare, bloccare e infine mi hanno distrutto. Soffro di ansia e attacchi di panico, piango quasi ogni giorno e sento che non ce la faccio più...è troppo tempo che non ce la faccio più.
Ho fatto domanda per l'erasmus in preda alla necessità di fuggire, di cambare e di agire, ma l'esperienza è un disastro. Non riesco a stringere amicizia, perchè se non vai tutti i giorni in discoteca, non ti si fila nessuno e i corsi sono di una difficoltà estrema... per non parlare delle modalità di insegnamento, completamente diverse da quelle a cui sono abituata in italia.
Questo è un problema che mi perseguita da sempre nella vita. Cado sempre dalla padella alla brace, nonostante cerco di agire e di risolvere le cose.
Vedo miei coetanei e anche persone più piccole che si godono la vita. Fanno quello che gli piace e sono sereni... io invece non so chi sono. So che ho finito per odiare il mio corso di laurea con tutto il mio cuore, ma che allo stesso tempo, ho passato tutta la vita a pensare a far stare bene gli altri e mai me. Io non so nemmeno cosa voglio fare. Non so chi voglio essere. A 26 anni almeno una idea la dovrei avere... ma domande che ci si pone a 16/18 anni, io me le sto ponendo ora... perchè mi sto rendendo conto solo ora che forse non è normale avere certi pensieri per un corso di laurea... Non so in cosa sono brava perchè ho sempre cercato di essere la migliore in tutto per non deludere i miei genitori, che invece alla fine, ora sto deludendo.. perchè sto fallendo. Miseramente.
Ovunque guardo non vedo vie di uscita. Qualsiasi scelta io faccia, sarà una delusione per tutti.
Ho passato tutta la mia vita cercando di accompiacere sempre tutti e non deludere nessuno e alla fine ho deluso tutti, non ho compiaciuto nessuno e mi sono bruciata.
Mi sento completamente sfinita e senza forze.
L'unica cosa che voglio dalla vita a questo punto è sentirmi almeno per una volta, almeno per un giorno, serena. Voglio passare almeno un giorno senza provare ansia.
Cristian Silvestri ha detto…
Stai vivendo la tua vita o stai vivendo la vita degli altri? Cosa significa aver paura di deludere i genitori? Pensi che se fai qualcosa di diverso da quello che si aspettano, smetteranno di amarti? Pensi che l'amore sia a condizione, cioè ti amo a condizione che...tu faccia questo piuttosto di quest'altro?? Ed è amore questo? è amore materno? E saranno contenti quando sapranno che questo tipo di atteggiamento condizionante ti ha portato a scrivere: "Soffro di ansia e attacchi di panico, piango quasi ogni giorno e sento che non ce la faccio più" ?

Forse ora stai vedendo tutto nero, è come se avessi un paio di occhiali che ti fanno vedere solo la tristezza, ma sono sicuro che non tutto è nero, e che se fossi più serena, anche l'esperienza all'estero la percepiresti in maniera diversa.

è un pò come se stessi esplodendo, ed è una cosa bella, perché nell'esplosione, puoi tirare fuori quell'energia che ti serve per cambiare tutto...e fare ciò che per 26 anni dici di non aver fatto.

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